Barche prese a picconate nel centro velico
Il presidente esasperato: azione mirata e non è la prima volta, ma il Comune non ci dà i permessi per la messa in sicurezza
LIDO SPINA
«Sono entrati e hanno distrutto tutto. E non sono vandali, bensì persone che hanno agito con il preciso intento di metterci in ginocchio». È avvilito Leonardo Varotto presidente del circolo sportivo “Vele di Bellocchio” a Lido di Spina, il quale ha visto dodici barche danneggiate oltre a diversi altri danni.
L’episodio è avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì, quando «qualcuno ha rotto la recinzione ed è entrato all’interno del centro – spiega -. Tutto è successo durante la notte: è stato un attacco mirato, hanno rotto con un piccone e con dei coltelli la parte di sotto delle piccole barche a vela, nella zona della deriva. E poi altri danni».
Il fatto è stato subito denunciato ai carabinieri. «Non è la prima volta che succede, anzi – si sfoga Varotto -, in 24 anni ne abbiamo avuti tanti altri di attacchi, ormai non mi meraviglio più di niente, però questa volta i danni sono ingenti e non solo dobbiamo risarcire i proprietari delle barche, ma ci ritroviamo anche a perdere di credibilità, nonostante i mille sforzi».
Il centro velico di Lido Spina funziona da tempo ed è uno di quelli più frequentati nel territorio. «Il problema è che non riusciamo a fare meglio e non per mancanza di volontà da parte nostra – va avanti il presidente -. Abbiamo chiesto al Comune tutti i permessi per poter effettuare dei lavori, per poterci ingrandire ma, soprattutto, per mettere in sicurezza la zona. Qui è sempre tutto buio ed anche le recinzioni così non sono sufficienti».
L’area in cui sorge il centro a Lido Spina è zona che vede diversi vincoli, perché fa parte del Parco del Delta. E non è facile andare avanti: «Non chiediamo certo la luna – fa presente Varotto -, anche perché siamo noi per primi a volere che questo posto resti intatto dal punto d vista naturalistico. Amiamo la vela ed il mare, non potrebbe dunque essere altrimenti. Ci siamo informati, quello che chiediamo è fattibile, ma resta sempre tutto fermo».
Nessuno dei soci e dei frequentatori del centro riesce a spiegarsi quanto successo. Le barche sono state danneggiate volutamente, chi ha agito lo ha fatto con dolo. «Il perché non lo sappiamo, ma possiamo immaginarlo. E non è giusto», conclude. —