Spesso capita che con le nostre derive ci si ancori al largo per un breve bagno o si getti l’ancora sotto costa per fermarci in qualche angolo di spiaggia inesplorata.
Due rapidi consigli su come evitare che l’ancora ari e che la barca vada alla deriva.

La nostra cima termina in uno spezzone di catena (3 metri sono più che sufficienti per una deriva media con ancora da 3-6 kg).
Questa ha due importanti funzioni, entrambe percettibili anche in deriva: contrasta la forza di vento e corrente portando le marre dell’ancora a stabilizzarsi sul fondo in minor tempo e ammortizza gli strattoni (generati per lo più dal moto ondoso) dati dalla cima dell’ancora nel momento in cui diamo volta alla stessa.
Detto questo partiamo posizionando la prua al vento, caliamo l’ancora ed iniziamo a far filare della cima (punto 1 in figura).
Se ci fermassimo nel punto 1 dando volta al cavo, la manovra di ancoraggio sarebbe del tutto insicura, avremmo filato una quantità di cima insufficiente per garantire la tenuta dell’ancora, il cavo non contrasterebbe vento e corrente che spingerebbero indietro la barca, salpando l’ancora lasciandoci andare alla deriva.
La manovra più coretta è quindi continuare a filare cavo (posizione 2 in figura).
Generalmente, conoscendo il fondale, sarebbe buona norma far filare da 5 a 7 volte il valore in metri del fondo dove vogliamo ancorarci.
Non dispondendo di questo dato ma basandoci su eventuali stime (ricordiamoci che spesso siamo sotto costa a bordo di derive) sarà sufficiente far filare abbondante quantità di cima, dare volta e verificare se l’ancora sta arando fino a fermarsi o se invece prosegue.
In questo caso scioglieremo la cima per filare altro cavo e ridare volta.
Buon bagno.